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Come sopravvivere alla crisi del calcio italiano

Calcio italiano

Anche nel caso dei percorsi ritenuti più facilitati, quelli di Inter e Milan in Champions League, le squadre hanno dovuto comunque affrontare avversarie di livello. Porto, Benfica e Tottenham si sono rivelate poi alla portata, ma spesso negli anni passati le eliminazioni erano arrivate proprio contro squadre ritenute tali. C’è da ricordare infatti che prima della Conference League vinta dalla Roma l’anno scorso, l’ultima coppa europea di una squadra italiana era la Champions League vinta dall’Inter nel 2010. Dopo quella l’Italia era tornata in finale nelle coppe europee soltanto tre volte, senza mai vincere. La contribuzione fiscale e previdenziale del calcio di vertice (Serie A, B e C) nel 2020 ha superato gli 1,3 miliardi di euro. I 99 club professionistici incidono per il 73,1% della contribuzione del comparto sportivo italiano (50mila società ed enti), incidenza record tra quelle registrate dal 2015.

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La riacquisita centralità della Federazione nel contesto sportivo nazionale ed internazionale e la maggiore credibilità nell’interlocuzione con le istituzioni civili e politiche, ci impone infatti di avviare nuove strategie. Siamo infatti convinti delle potenzialità del calcio come veicolo educativo per una lunga serie di tematiche, diventando valore aggiunto in quel disegno di “comunità educante” in cui vari soggetti pubblici e privati sono coinvolti nello sviluppo come persone dei nostri giovani, non affidando questo compito solo alla scuola (con le ultime vicende di attualità, come accennato, che reclamano una mobilitazione collettiva). Ma questo ideale può compiersi solo a determinate condizioni, che in termini pratici si traduce in caratteristiche specifiche da rispettare nei vari interventi proposti.

  • Ora che quei bimbi sono cresciuti, guardano meno calcio e fanno sport diversi, affollano le audizioni di X Factor, prendono una borsa e partono, vanno a cercarsi uno spazio in Europa.
  • Tra le questioni più urgenti, fra l’altro, c’è anche quella riguardante la costruzione dei nuovi stadi, fondamentali per aumentare i ricavi delle società.
  • Per un lungo periodo, si è ritenuto che il calcio fosse lo specchio del Paese, oggi invece non è assurdo affermare che il calcio, al netto delle sue debolezze e delle sue contraddizioni su cui stiamo continuando a lavorare, sia un generatore di interessi materiali e immateriali che creano valore in Italia molto di più di quanto non facciano i tradizionali settori propulsivi.
  • L’entusiasmo generato dalla Nazionale allenata da Milena Bertolini ha dato ulteriore impulso a questa straordinaria crescita che rappresenta un patrimonio da non dilapidare.
  • Le vicende più importanti della nazionale di calcio italiana sono legate alla cosiddetta nazionale «A» che, almeno fino alla differenziazione delle varie categorie, era la nazionale unica, che assumeva poi varie fisionomie a seconda del torneo al quale essa partecipava.
  • Impossibile non citare il Cile e la famosa Battaglia di Santiago, rivalità sorta e finita in quell’anno dopo un’inopportuna campagna mediatica della stampa italiana nei confronti della città capitale cilena che suscitò aspre polemiche nello Stato sudamericano, accrescendo notevolmente la tensione prima della partita, terminata poi in maniera decisamente poco felice.
  • Il mondo del pallone tedesco ha conosciuto un periodo di crisi prima della fase finale dei Mondiali 2006, visto che tra l’ottobre del 2004 e il giugno del 2005 emerse uno scandalo sportivo riguardante alcuni arbitri che avevano truccato alcune partite di Coppa di Germania e di campionati minori in cambio di denaro.

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  • Un tridente già visto sui nostri canali, schierato regolarmente in questo periodo dell’anno.
  • Nel 2006 soltanto il Real Madrid ed il Manchester United, le prime della graduatoria, fatturavano poche decine milioni in più di Milan e Juventus, rispettivamente al terzo ed al quarto posto del ranking per fatturato.
  • Era avvenuto infatti che il giocatore aveva citato in giudizio la propria società di appartenenza, il Liegi, e la Federazione calcistica belga colpevoli di aver impedito con una serie di norme restrittive il trasferimento ad un club transalpino con cui il giocatore aveva trovato accordo dopo la conclusione del suo contratto con il Liegi.
  • La Serie A è organizzata da una lega propria, che ogni anno stila il calendario delle 20 partecipanti che si sfidano in partite di andata e ritorno per la conquista dello scudetto.
  • Li hanno messi in una stanza, li hanno bendati e gli hanno fatto pescare una maglia dal mucchio che sarebbe stata la loro futura destinazione.
  • Oltre al valore economico diretto prodotto dal calcio professionistico e descritto nel dettaglio nella sezione precedente, risulta anche opportuno e strategico analizzare il valore aggiunto apportato dal settore a beneficio dell’intero Sistema Paese.

Inoltre sono anche state emanate una serie di disposizioni di carattere tributario ed ha istituito le norme che hanno abolito il “vincolo sportivo” ovvero quell’istituto che attribuiva alle società sportive il diritto di utilizzazione esclusiva delle prestazioni di un giocatore. Con tale abolizione le società hanno acquisito una notevole forza contrattuale nella gestione del contratto dei giocatori e la conseguenza era che il giocatore doveva quasi sempre accettare la destinazione decisa dal club di appartenenza. Quando pensiamo al calcio italiano, facciamo spesso riferimento solo al calcio professionistico, e quindi a Serie A, Serie B e Serie C, che sono le categorie professionistiche del calcio in Italia. Più che un’acerrima rivalità, la sfida con l’Argentina è un derby internazionale, poiché buona parte della popolazione argentina è di ascendenza italiana.

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La positiva e già accennata inversione di tendenza registrata negli ultimi anni rappresenta anche il risultato di un importante percorso realizzato da parte della FIGC, finalizzato ad accompagnare il calcio professionistico verso una miglior condizione di sostenibilità economico-finanziaria. La tabella 6 riassume lo scenario internazionale, andando anche a confrontare le diverse tipologie di ricavi e il trend del fatturato al netto delle plusvalenze negli ultimi 11 anni. Oltre ai dati relativi al diverso incremento dei ricavi totali (con la Premier League inglese in grado di crescere di circa 3 miliardi, rispetto ai 760 milioni della Serie A), emerge in termini di criticità la distanza tra il massimo campionato italiano e le altre principali espressioni del football business, in termini soprattutto di ricavi da stadio e nella valorizzazione degli asset commerciali. Si tratta come noto di 2 segmenti di business la cui crescita risulterà fondamentale per favorire un aumento della competitività economica del vertice del calcio italiano nel confronto con le altre principali realtà internazionali. Questi numeri, di grande e crescente rilevanza, dal punto di vista della dimensione sportiva e dell’interesse generato, si traducono in importanti riflessi dal punto di vista economico; il fatturato diretto generato dal settore calcio è stimabile in 4,7 miliardi di euro; come a dire che circa il 12% del PIL del calcio mondiale viene prodotto nel nostro Paese.

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  • Per quanto riguarda l’aspetto economico, invece, risulta evidente la necessità di riportare in equilibrio il sistema, mettendo sotto controllo i costi e destinando risorse per gli investimenti nei vivai e nelle infrastrutture”, ha evidenziato.
  • La mancata vittoria di quei Mondiali disputati in casa ha tuttavia costituito l’occasione per una totale rifondazione del sistema.
  • In principio, e fino all’inizio degli anni ’80, le società calcistiche furono costituite per consentire la pratica dei propri membri-associati, la forma costitutiva era quella degli Enti Associativi con scopi ricreativi ed in quanto tali potevano rientrare nell’ambito delle associazioni mutualistiche.
  • Nacquero 366 Stützpunkte, punti regionali di raccolta per bambini dai 10 anni in su.
  • Le ultime 3 classificate del campionato di B retrocedono direttamente in Serie C, mentre la quartultima e la quintultima (se non vi sono più di 5 punti di differenza fra le due) spareggiano in un playout per evitare l’ultima retrocessione in C.

Chi si sforza di parlare la lingua dell’innovazione, passa per mezzo matto. Un’inchiesta che nella deriva del calcio italiano rivela la crisi della classe dirigente del nostro Paese. Un’inchiesta che nella deriva del calcio italiano scopre la crisi della nostra classe dirigente. I vivai italiani devono tornare ad essere fucine di talenti, come lo erano un tempo.

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La prima divisa della nazionale di calcio dell’Italia, ovvero quella “casalinga”, è tradizionalmente composta da una maglia azzurra, da pantaloncini bianchi e da calzettoni azzurri. La maglia è di colore azzurro dal 1911, salvo qualche periodo in cui questo colore tendeva più al celeste. I pantaloncini sono bianchi, negli ultimi venti anni spesso utilizzati anch’essi di colore azzurro a formare una divisa a tinta unita, mentre in passato sono stati usati occasionalmente anche di colore nero o marrone. I calzettoni infine sono azzurri dal 1960, poiché in precedenza erano neri con bordo azzurro. Eppure da giorni non è raro sentire parlare di «rinascita del calcio italiano», come se queste tre finali servissero a riabilitare e rilanciare un movimento che da tempo deve fare i conti con difficoltà non ancora comprese, testimoniate dai due Mondiali mancati consecutivamente dalla Nazionale maschile. In generale però le opinioni su questo periodo del calcio italiano sono tante e discordanti, proprio perché non sembra esserci un vero filo conduttore.

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Il giudice sportivo ha squalificato il portiere per una giornata e inflitto la sconfitta a tavolino della sua squadra e un punto di penalizzazione. Daffe, in seguito, è stato chiamato alla guida dell’Ufficio antirazzismo della Lega nazionale professionisti di serie A. Dopo le prime tre giornate, a guidare la classifica con sette punti sono l’Inter di Inzaghi e la rinnovata Juventus di Motta, capace di non subire reti nei primi 180′, insieme a due sorprese come il Torino di Vanoli e l’Udinese di Runjaić.

Calcio: altre fotogallery

Con tale legge si è stabilito che le società potessero effettuare la distribuzione degli utili fra i suoi azionisti, con l’esclusione del 10% degli utili da reinvestire nell’attività. I dirigenti della Lega Serie A si aspettavano offerte superiori a 1,15 miliardi di euro, come avevano fatte intendere sia il presidente della Lega Lorenzo Casini sia l’amministratore delegato Luigi De Siervo, all’indomani dell’assemblea dei club che lo scorso 23 maggio aveva approvato il bando di gara. Ma purtroppo la realtà ha avuto la prevalenza, certificando che il valore attrattivo della nostra Serie A è ben al di sotto della aspettative di chi lo gestisce. Lo scorso ottobre la Lega Serie A, dopo aver cercato per cinque mesi un operatore che potesse garantire cifre più alte rispetto alle offerte di DAZN e Sky, ha accettato le proposte provenienti dalle due emittenti per la cessione dei diritti tv per la trasmissione della partite della Serie A alla cifra di circa 4,5 miliardi di euro per cinque anni. Al top negli anni novanta, il calcio italiano non ha saputo rinnovarsi e ora è costretto a inseguire.

Le squadre venete

  • Dopo le prime tre giornate, a guidare la classifica con sette punti sono l’Inter di Inzaghi e la rinnovata Juventus di Motta, capace di non subire reti nei primi 180′, insieme a due sorprese come il Torino di Vanoli e l’Udinese di Runjaić.
  • Lo ha detto il sindaco di Genova Marco Bucci, questa mattina a margine di un incontro a Genova con le società di calcio di Genoa e Sampdoria in vista del derby di Coppa Italia di mercoledì al Ferraris, sul quale dopo i fatti delle ultime settimane si erano concentrati i timori di possibili disordini e attriti tra le tifoserie.
  • L’Unione Sportiva Moliternese, creata nel 1922 a Moliterno, promulgò per prima questo sport al di fuori del capoluogo,[112] mentre il Circolo Sportivo Vultur, istituito nel 1921 a Rionero in Vulture, si approcciò al football soltanto dal 1929 in avanti.
  • “Ogni giorno una notizia diversa dall’altra, io spero che la società abbia in mano il controllo della situazione, non sono nessuno per giudicare quello che sta succedendo loro sono più consapevoli di quello che vediamo noi da fuori, spero sia tutto a posto, l’importante è che ci sia il bene della Roma in primis”.
  • No, Agnelli vorrebbe cambiare le regole del gioco così che la Juventus abbia più soldi, più protezione».
  • Altri capitani di maggior rilievo, per numero di incontri e/o periodo di tempo, sono stati Fabio Cannavaro, Paolo Maldini, Dino Zoff, Giuseppe Bergomi, Franco Baresi, Giampiero Boniperti, Giorgio Chiellini e Silvio Piola.

Il mercato richiede l’utilizzo di strumenti e di tecniche di gestione aziendale sulla scorta delle aziende market oriented e profit oriented finora scarsamente utilizzati nelle società calcistiche. Unibet non è affiliato o connesso a squadre, organizzatori di eventi o giocatori mostrati sul sito. Il Venezia è tornato in Serie A dopo un’assenza di due stagioni, e l’impatto con la ritrovata massima serie non è stato dei più facili,. Le ultime 3 classificate del campionato di B retrocedono direttamente in Serie C, mentre la quartultima e la quintultima (se non vi sono più di 5 punti di differenza fra le due) spareggiano in un playout per evitare l’ultima retrocessione in C. È la categoria più importante, quella che assegna lo scudetto e qualifica le squadre alle coppe europee per l’Italia.

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Calcio italiano

“Ovviamente felice non lo sono – ha aggiunto – ma il calcio non è una scienza esatta, è tante cose insieme e devo dire che ieri il Milan ci ha distrutti. Quindi stra meritato”. Nel 2021 invece il Manchester City, prima della graduatoria per fatturato con quasi 650 milioni di euro di ricavi, fatturava praticamente il 50% in più del fatturato della prima italiana, la Juventus, ferma a 433 milioni di euro, e quasi il triplo del fatturato del Milan, pari a soli 216 milioni di euro. Nel 2006 soltanto il Real Madrid ed il Manchester United, le prime della graduatoria, fatturavano poche decine milioni in più di Milan e Juventus, rispettivamente al terzo ed al quarto posto del ranking per fatturato. Inoltre le due stesse squadre italiane, con l’aggiunta dell’Inter, erano tre delle prime cinque squadre del ranking UEFA, insieme alle due grandi spagnole Real Madrid e Barcellona, che occupavano i gradini più bassi del podio.

La situazione di classifica non invita la fiducia in chiave scudetto, ma ci sarebbe una qualificazione europea da garantire. Per Inter e Milan dei complicati ottavi in Champions League da affrontare. In questa overview complessiva risulta evidente come il calcio rivesta un ruolo determinante, non solo all’interno della famiglia dello sport italiano, ma, in generale, nel più ampio contesto socio-economico nazionale.

Per paradosso, il caos che circonda il nostro calcio sembra essere l’ultima attrattiva rimasta. Siamo arrivati alla distopia per cui nei prossimi mesi seguiremo con più sweet bonanza interesse le vicende in tribunale che quelle sul campo. Se il dominio finanziario della Premier League può essere un problema di tutti, ci sono problemi solo nostri.

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Agendo sulla dimensione economica si è andati ad affrontare la cronicizzazione delle perdite generate dal sistema calcio, imponendo correttivi normativi idonei a salvaguardare la competizione sportiva e le società sane. Lavorando sulla dimensione sociale, la FIGC ha imposto al sistema maggiore attenzione su temi etici e di responsabilità con la consapevolezza che il calcio riesce ad incidere positivamente sulla qualità della vita dei cittadini. Esaltando la dimensione valoriale, la Federazione ha favorito un cambio di mentalità nel mondo del calcio, non concentrandosi solamente sul risultato sportivo, seppur importante, piuttosto su una complessità di valori in grado di generare sviluppo.

Prospettive di riforma del calcio italiano

Soprattutto descrive fin troppo chiaramente lo squilibrio che si è venuto a creare tra la Premier League e gli altri campionati. D’altra parte non riusciamo ancora davvero a pensarci come un campionato che deve coltivare i talenti per poi rivenderli. Non lavoriamo bene con lo scouting, né siamo bravi a valorizzare i giovani. Nel bel mezzo della stagione, con obiettivi ancora in ballo, si cercano piccole pezze d’appoggio, o al massimo colpi mistici, slanci di fantasia.

Ha inoltre valorizzato la massima competizione nazionale ampliando la copertura mediatica e recuperando importanti risorse attraverso il naming della Serie A. Il quadro complessivo è completato dalla candidatura ad ospitare la finale di Champions League femminile e Torino fra due anni, nello stesso impianto (lo Juventus Stadium), dove si è registrato il record in Italia di presenze per una gara di calcio femminile. L’organizzazione di grandi eventi, infatti, è fondamentale per accrescere maggiore interesse intorno alla disciplina e radicare sempre più il calcio femminile nel territorio italiano. Proposto in Serie A da Inter, Monza e Cagliari (e in una versione un po’ differente anche da Roma ed Empoli), questo programma – realizzato grazie al sostegno di Comunità Nuova Onlus – prevede il coinvolgimento degli studenti in attività sul “tifo corretto”. Si tratta di una serie di interventi – a cui spesso partecipano anche le famiglie – che partono dall’aula, toccano la pratica sportiva e culminano in una “lezione” finale tenuta in occasione di una partita allo stadio, contesto ideale nel quale mettere in pratica quanto imparato. Helge Rasche, l’allenatore dell’U-19 dell’Eintracht Francoforte morto in un incidente stradale a Rodgau lo scorso 5 settembre, si sarebbe suicidato. Apparentemente, l’estremo gesto sarebbe legato al ritrovamento di materiale pedo-pornografico durante una perquisizione nella sua abitazione prima della morte a seguito di una denuncia, come riporta Bild.

Classifica Serie A

Nell’inverno 2004 l’Ancona comprò Mario Jardel presentandolo in uno sciapo Perugia-Ancona finito zero a zero, accanto a una mascotte a forma di cane con la lingua di fuori. Forse il picco del calciomercato di gennaio, che è sempre stato il regno del grottesco, delle cattive idee, dei soldi buttati. Il percorso virtuoso avviato dalla FIGC ha già contribuito a produrre degli importanti risultati, considerando ad esempio il confronto tra i principali parametri economico-finanziari registrati negli ultimi 2 bienni analizzati. Nell’intenso e trasversale piano di riforma che abbiamo attivato, il primo obiettivo è stato, infatti, ridare credibilità all’intero sistema agendo sulle regole e stimolando l’attuazione di programma innovativi, in ogni settore, quindi riempiendo di contenuto il fin troppo abusato concetto di sostenibilità. Lo abbiamo fatto individuando 4 priorità su cui è stato impostato il lavoro dei primi 100 giorni, alle quali ne sono seguite altre per completare un deciso processo di ‘rinascimento’.

L’analisi a cura di Giannicola Rocca, Presidente Commissione crisi, ristrutturazione e risanamento ODCEC Milano. Come la Serie A, anche la Serie B è organizzata da una lega propria che stila il calendario con partite di andata e ritorno. Vengono promosse direttamente in Serie A le prime due classificate nella stagione regolare, mentre le compagini classificate dal terzo all’ottavo posto si giocano i playoff, che promuovono un’ulteriore squadra alla Serie A. Per non dire che fra 218 una quindicina di buoni c’è il dovere di trovarli. Si può fare, ma il calcio italiano si sente al di sopra dello studio e dell’analisi.

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Se era normale che nel corso dei tornei maggiori quali Coppa Internazionale o campionato del mondo venisse schierata la formazione più competitiva possibile, nel corso del torneo olimpico si dava spazio a professionisti di seconda fascia, in genere giovani universitari, come coloro che vinsero la medaglia d’oro nell’edizione di Berlino 1936. Proprio il periodo interbellico fu il più florido per la nazionale azzurra che, sotto la guida di Vittorio Pozzo, oltre all’oro olimpico fece suoi in sequenza anche i mondiali di Italia 1934 e Francia 1938. “Il report che presentiamo oggi – afferma il direttore generale della FIGC Michele Uva – rappresenta un unicum a livello internazionale e il primo passo di un nuovo filone di analisi, che nei prossimi anni permetterà di trattare anche il tema dell’indotto economico generato dal calcio all’interno del Sistema Italia. I numeri ci svelano che il calcio italiano conta per il 11% del del Pil del football mondiale. Perché il calcio per l’Italia e gli italiani non è solo passione, ma anche un importante volano di crescita economica, sociale e occupazionale”. Oltre al valore economico diretto prodotto dal calcio professionistico e descritto nel dettaglio nella sezione precedente, risulta anche opportuno e strategico analizzare il valore aggiunto apportato dal settore a beneficio dell’intero Sistema Paese.

Last Updated on September 24, 2024 by Bruce